“C’è stato un rapporto amoroso consenziente che ha provocato ferite” queste le dichiarazioni di Alberico Villani, avvocato di Francesco Tuccia 21enne militare della Provincia di Avellino, attualmente in carcere con l’accusa di violenza sessuale e di tentato omicidio nei confronti di una studentessa.
La ragazza è stata ritrovata nella notte tra il 11 ed il 12 febbraio a Pizzoli (AQ), priva di sensi, a rischio di ipotermia, in una pozza di sangue dovuta ad un’emorragia. I medici hanno riscontrato nella ragazza, gravi lesioni, anche interne, probabilmente permanenti.
Nei video riportiamo questa ed altre assurde dichiarazioni dell’avvocato del militare, che arriva a pronunciare nome e cognome della vittima, durante due trasmissioni della rete Mediaset “domenica cinque”, e “pomeriggio cinque”.
Riteniamo gravissime e inammissibili le dichiarazioni dell’avvocato del militare Francesco Tuccia, ne citiamo qualcuna:
“la ragazza non è stata costretta”;
“non c’è stato nessun dissenso da parte della ragazza”;
“non aveva segni di difesa… non c’è nessun elemento, che faccia capire che in quel momento, c’è stata una violenza per sopraffarla”;
“la ragazza dovrà spiegare perché ha accettato di seguire fuori il Tuccia”;
“c’è stato un rapporto amoroso consenziente che ha provocato ferite”;
“è un rapporto amoroso, avviato all’interno della discoteca e culminato fuori”;“se uno si tocca all’interno di una discoteca, è amoroso… le lesioni sono avvenute alla fine”;“anche un parto fisiologico comporta delle ferite”;
in quanto cercano di minimizzare l’accaduto per riportarlo a canoni accettabili per l’opinione pubblica, portano alla giustificazione della violenza, facendo allusione al tasso alcolico della ragazza, o addirittura al fatto che non si sia difesa.
Riteniamo altrettanto grave l’aver rivelato pubblicamente le generalità della vittima e chiediamo quindi all’ordine degli avvocati, a quello dei giornalisti e a tutti coloro che ne fanno parte, di prendere pubblicamente le distanze dalle dichiarazioni dell’avvocato, in solidarietà con la famiglia della vittima.
Chiediamo, inoltre, un loro impegno ufficiale a prodigarsi affinché episodi del genere non si ripetano.
L’avvocato della difesa, violando totalmente la privacy della ragazza, ha commesso una palese infrazione del codice penale ed ha inflitto alla stessa un danno morale pari alle sofferenze fisiche, contribuendo ulteriormente a svuotare di significato il concetto di vittima. Una società che riconosce ad un suo membro lo status di vittima automaticamente lo protegge. Quando una vittima non viene protetta, allora si apre il dibattito sulla sua corresponsabilità nell’accaduto e questo è intollerabile.
Lo dice anche l’Onu, in Italia si pratica il femminicidio. E il femminicidio affonda le radici in una cultura patriarcale, maschilista e retrograda che considera la donna una proprietà privata e che le attribuisce la piena responsabilità della violenza che gli uomini esercitano su di lei.
Nonostante lo sdegno e le condanne ufficiali gli episodi di femminicidio continuano ad essere definiti come “delitti passionali”, confondendo così un atto di barbarie che ha cadenza quasi quotidiana, con un raptus occasionale dovuto all’estremizzazione di un sentimento positivo come l’amore e fornendo un’attenuante, quando non una vera e propria giustificazione, all’assassinio.
Allo stesso modo lo stupro viene sempre, con la sola esclusione dei casi in cui lo stupratore non sia italiano, associato alla parola “consenziente”. Si analizzano i tempi, i luoghi e le circostanze con una minuziosità morbosa per capire il grado di consenso della vittima e stabilire, quanto, effettivamente, si possa definirla vittima.
Come se essere stuprata in discoteca da uno che hai baciato un minuto prima, dopo aver bevuto due, tre, quattro, cinque birre fosse meno grave che essere stuprata in un garage da qualcuno che ti salta addosso uscendo dal nulla…
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L’avvocato Alberico Villani fa il nome della giovane vittima in diretta tv: un “caso orrido” oltre che da codice penale
BUFERA SULL’AVVOCATO – I genitori della vittima hanno annunciato che adiranno alle vie legali per il comportamento dell’avvocato avellinese, Alberico Villani, reo di aver divulgato a milioni di persone il nome della vittima dello stupro del 17 gennaio a Pizzoli. Il legale del militare Francesco Tuccia – principale indagato per la vicenda e che deve rispondere, oltre che di violenza sessuale, anche del reato di tentato omicidio – in due diverse trasmissioni, entrambe su Canale 5, ha pronunciato nome e cognome della vittima. Un “gesto orrido” che ha sollevato una marea di polemiche, oltre che una probabile sanzione da codice penale.
TUTELA DELLA PRIVACY – Con un provvedimento del 2 aprile 2009 il garante della Privacy spiega chiaramente il caso di donna vittima di un’aggressione e di una violenza sessuale: “….cautele che devono essere adottate a maggior ragione in caso di notizie riguardanti vicende di violenza sessuale, in considerazione della particolare delicatezza del tema e della necessità di tutelare la riservatezza delle persone che sono colpite da così gravi azioni criminose”. Evidentemente Alberico Villani non conosceva la disposizione oppure era in mala fede oppure ancora si è trattato di una colossale disattenzione.
IL COMPORTAMENTO DEI MEDIA – Non è la prima volta che scriviamo che non ci piacciono le trasmissioni sensazionalistiche sui fatti di cronaca nera. Spesso non è per la natura dei programmi quanto per colpa di giornalisti, a caccia di scoop improbabili, che si verificano situazioni a dir poco imbarazzanti. Ormai ogni vicenda viene trattata come se fosse qualcosa di normale di cui parlare, anche le storie più torbide diventano un sorta di quotidiana e ordinaria follia. Il pericolo emulazione – lo scrivono e dichiarano in molti da anni – è molto forte come pure quello di creare altri guai. Mediamo e riflettiamo sulla vicenda di questa vittima, oltre che di uno stupro, della violazione della privacy, in diretta tv, davanti milioni di spettatori.
Marco Beef
Redazione Independent
http://www.abruzzoindependent.it/news/Oltre-lo-stupro-c-e-la-beffa/818.htm
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