Come ognuno di voi si sarà accorto negli ultimi giorni, la situazione politica italiana è parecchio lontana dal trovare un equilibrio soddisfacente, soprattutto dopo la recente salita in campo di Monti e la (ri)discesa di Berlusconi nell’agone – neanche troppo, visto che si tratta essenzialmente di lunghi e farneticanti monologhi – della televisione pubblica (gestita dalle forze politiche di maggioranza) e privata (di cui è proprietario). I tempi delle primarie del Pd, con quel vento di pseudo-rinnovamento che si respirava fresco-asfittico, sembrano ormai lontanissimi e l’impressione è quella di essere ripiombati a capofitto nella piccola politica italiota degli ultimi vent’anni. Maproviamo a fare il punto della situazione – ardua impresa – sulle prossime elezioni, anche per avere dei punti di riferimento per decidere quale partito potrà rappresentarci:
I FATTI
- Dopo un anno di governo tecnico calato dal Quirinale e dopo l’invito del Ppe (Partito Popolare Europeo) a Monti di candidarsi, un punto mi sembra incontestabile: la sovranità nazionale, per come la conosciamo, ne esce parecchio malconcia. Che sia un bene o un male è da dibattere, ma sicuramente lo stato Italia non può più essere considerato nella sua singolarità, ma solamente rapportato a un qualcosa di più grande, ossia l’Europa. Difficile capire cosa sia effettivamente questa Europa e chi ne stabilisca le linee guida economico-politiche: Draghi, la Merkel, la Bce, l’Fmi, la Finanza, le agenzie di rating? Tutti insieme?
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