Tutto viene sempre orchestrato per favorire le ingerenze della chiesa cattolica nelle strutture politiche e sociali di questo paese, incluso il diritto al servizio sanitario pubblico. La legge sull’aborto, varata in seguito ad un referendum in cui la maggioranza degli italiani si è espressa favorevolmente nel concedere ad una donna il diritto di poter abortire in una struttura ospedaliera pubblica, è stata in parte vanificata dall’introduzione di una assurda legge di chiara matrice cattolica, relativa all’obiezione di coscienza, che permette ai medici di defilarsi da un intervento di aborto dichiarando semplicemente di essere contrari alla pratica dello stesso, e di poter ugualmente lavorare nella struttura ospedaliera pubblica. Praticamente, nonostante ci sia una legge sancita da un referendum che dovrebbe garantire un diritto indiscutibile di una donna ad avere la pubblica assistenza medica in caso di aborto volontario, ci sono dei medici che si arrogano il diritto di negarglielo per delle loro convinzioni personali, che, in un paese veramente civile, non dovrebbero ne potrebbero minimamente influire sul corretto svolgimento del loro lavoro, ma che invece in un paese incivile come il nostro trovano pure protezione nell’ordinamento giuridico. Ritengo sarebbe ora di cambiare le cose e di imporre per legge a tutti questi medici cosiddetti obbiettori, ( i quali scaricano il proprio lavoro su altri colleghi più fessi perchè più onesti di loro ), dal momento che non se la sentono di praticare l’ aborto, che vadano pertanto a lavorare in strutture private dove venga loro consentito di non fare questo tipo di intervento e lascino così il campo libero nel settore sanitario pubblico a quei colleghi che invece non hanno le loro remore nell’assistere una donna che voglia abortire.
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