Che ci volete fare, siamo governati da questo qui. Il bello de zio in versione “proteggo tutto tranne le palle, che tanto non ho”, ha avuto, se non altro, il potere di rimettermi di buonumore dopo un inizio di giornata abbastanza fetuso. L’effetto ilarità da associazione con le Sturmtruppen di questo condottiero armato di fuciletto a tappo che ha ribadito l’impegno italiano a difendere le piantagioni in Afghanistan, costi quel che costi, è però svanito presto.
Ma ci pensate che questo genio, che un Nouriel Roubini sotto l’effetto di sostanze e da squalificare per doping ha definito oggi sul Pude Pravo, “una persona seria e rispettata a livello internazionale” (ma forse li stava solo prendendo solo per il culo, dài), potrebbe cadere per lo sgambetto del solito personaggio che da vent’anni condiziona, sinistra permettendo, i destini di questo paese?
Certo, è ovvio, a toglierci il sonno in queste notti deve essere il pensiero che Violante sia in ambasce per le sorti del suo tecnico televisivo preferito, di nuovo in pericolo, e che Fassino sia ancora fermo tra la casella della banca e quella della barca, motivato nella vita solo dal cambio di consonante. Forse è proprio questo, il timore che questo meraviglioso governaccio di incapaci con la prevalenza del piddino e l’obbligo del controfagotto del PDL stia per tirare le cuoia, che ci provoca il risveglio precoce alle quattro di mattina, con la civetta fuori che urla, le gambe che non trovano riposo e tutti i pensieri più foschi che iniziano a tormentarti.
Come faremo, si chiedono attoniti gli italiani, senza il Giovannini e il suo ottimismo della volontà, per il quale la crisi è finita e forse è stato tutto solo un sogno, un inception di qualche mercato cattivo e invidioso dell’euro?
Come sopravviveremo senza la Kyenge, che da quando è diventata ministro non fa altro che accusare i suoi connazionali (nel senso di italiani) di razzismo e che, a sentirla parlare, dà l’impressione che Rosa Parks non sia ancora nata e che l’Italia sia il Sudafrika dell’Apartheid? Come proseguirà la nostra vita con il rimpianto di cosa mai avrebbe potuto fare la canoista per noi se quella zozza IMU non si fosse messa di mezzo?
E poi il delirio di Delrio, il sorrisetto da banchiere di Saccomanni (anche lui con l’ipotesi crisi come episodio psicotico acuto ormai superato grazie agli psicofarmaci governativi), il “saggio” Quagliariello, la “cosa” Cancellieri, il duo Mauro-Bonino, quelli che si sono arresi prima che la guerra fosse cominciata, i Lupi, le De Girolamo con le Lontre Volanti, la Carrozza fantasma, nel senso che si dice nessuno l’abbia mai vista, la Lorenzin con le mani in mano per fortuna.
E poi le Fontanelle, gli inconsistenti, le anime d’o priatorio: Fassina, Moavero Milanesi, Trigilia, Franceschini, D’Alia, Bray. Scheletrucci senza stele, morti senza nome. Una prece e una strusciatina al cranio, che porta buono.
Io sto già elaborando il lutto, non so voi.
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