Alessandro Perissinotto – Semina il vento – 251 pagine. Piemme pickwick
Il detto è noto, “chi semina vento raccoglie tempesta”. Ciò che forse è meno noto è che tutti noi, indistintamente seminiamo vento e riusciamo a trasformare quella che dovrebbe essere una storia d’amore in odio e violenza. Questa storia è a volte cruda e lascia sicuramente senza parole per l’epilogo tragico eppure così logico da disarmare.
Un uomo e una donna, un italiano e un’iraniana, vivono a Parigi, dove si conoscono e si amano, ma decidono di andare a vivere in un piccolo paese italiano dove il paesaggio mozzafiato, il silenzio, la calma e la tranquillità dei giorni li conquista. Giacomo e Shirin non sanno che quello sarà l’inizio della loro fine. Alle prese con pregiudizi e anche con una mentalità ristretta che ripete come un eco “moglie e buoi dei paesi tuoi”, con una tristezza che si fa violenza, i due cercano di portare avanti le loro vite, lui è un maestro e lei si occupa di studi di mercato. Una volta alla settimana lei va a Milano. Ma il paese che doveva essere il loro nido d’amore e un ritrovare di radici che la famiglia di Shirin ha sostanzialmente perso dopo aver lasciato l’Iran, quando lo scià viene deposto, si trasformerà per loro in una gabbia di odio e intolleranza. Bevuta prima a piccoli sorsi, con commenti fuori luogo e un sindaco che non vorrà la donna nel coro paesano, poi con l’esplodere dell’intolleranza, quando le autorità multeranno una straniera, perchè al posto del costume porta un burkini. Sarà allora che Shirin si unirà ad un gruppo islamico, a Milano, nel tentativo di rispondere a quell’odio. “Voi non ci avete voluto” dirà al marito che andrà disperatamente a cercarla. La donna morirà nella più totale disperazione di Giacomo che narra la storia attraverso una serie di fotografie che il suo avvocato gli ha fornito per poter scrivere un diario che faccia luce sulla vicenda. Ma nemmeno lui riuscirà a resistere a tanto odio e ne farà le spese.
Tutti saranno responsabili in realtà, dagli amici, ai genitori, fino all’intera comunità. Per questo sentirsi superiori rispetto agli stranieri, atteggiamento tipico degli italiani di oggi che hanno dimenticato il proprio passato di emigranti. L’intolleranza che ogni giorno possiamo vivere sulla nostra pelle, di chi è incapace di accogliere l’altro, perchè diverso e quindi visto sempre come un nemico. E mai come una ricchezza.
L’odio è sempre una spirale in crescendo.
Questo è un libro per poter riflettere su tanti atteggiamenti che, prima ironicamente e poi seriamente, siamo ormai abituati a vestire e dei quali dovremmo invece liberarci. Anche dal punto di vista narrativo, l’impostazione è moderna, a più voci, con un’uso di diversi font tipografici per distinguere il commento delle fotografie (sembra quasi di vederle, quelle immagini), dalla posizione della voce narrante e da quella dell’avvocato.
Una storia che non salva nessuno e che ci invita da un lato a fare un po’ di autocritica, dall’altro a migliorarci. Perchè ogni uomo ha la sua storia ed ogni paese anche e questa intolleranza, che sembra aumentare ogni giorno, non ci porterà a nient’altro che alla distruzione.
Bianca Folino
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