Carnevale di Viareggio: satira politica e satira sociale.


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Il Carnevale di Viareggio nasce nel 1873 e fin dalle origini ha avuto
connotazioni satirico-allegoriche; i costumi e i vizi della società e della classe
politica apparvero subito naturale fonte di ispirazione sia per cittadini in
maschera sia per i costruttori dei carri, tuttavia bisognerà attendere la fine
degli anni Sessanta del secolo scorso perché questa “vocazione” si strutturi
in maniera stabile e, pur permanendo alcune forme di censura, divenga
elemento caratterizzante della manifestazione.

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Sin dalle prime sfilate apparvero i temi che – nel tempo – avrebbero ispirato
le allegorie fino ai giorni nostri: la corruzione della classe politica italiana
nonché la sua ignoranza (vera e propria mancanza di cultura), l’esosità della
pressione fiscale e la politica internazionale. Questa notazione implica una
successiva, immediata considerazione: i costruttori dei carri, benché
autodidatti o in possesso della licenza della sola scuola dell’obbligo, erano
informatissimi sulla situazione politica italiana e internazionale e,
considerando che la televisione si è diffusa in Italia solo a partire dalla metà
degli anni Cinquanta del ‘900, ciò mostra quanto fosse necessità acquisita
per “maghi” della cartapesta la cultura e l’aggiornamento continuo.
Essendo altresì il Carnevale una manifestazione popolare, quel che vale per i
costruttori si estende al pubblico che evidentemente era in grado di decifrare i
simboli, le caricature e soprattutto percepirne la natura satirica.
La pietra tombale  sul libero pensiero del Carnevale la pose il
Regime Fascista, anche se vi sono alcune costruzioni del Ventennio che
possono essere lette come irrisioni al Regime, ma si collocano agli inizi
(1924) e alla fine (1940). Osservando in sequenza le immagini dei carri del Carnevale di Viareggio, in particolare quelli degli ultimi cinquanta anni, scorre la Storia non solo italiana ma internazionale.

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Una lucidità assoluta (che a volte travalica persino la
capacità rappresentativa) sembra essere prerogativa che passa di
generazione in generazione nei  costruttori. Essi da decenni narrano
l’attualità senza ipocrisia e senza veli: miserie patrie e intrighi internazionali,
gli intenti dei “potenti del mondo” di cui non di rado prevedono le mosse,
anticipano le conseguenze. Rendono evidente la natura del potere, senza
timore alcuno lo mettono alla gogna attraverso i suoi emblemi, i suoi simboli,
le sue effigi: con le maschere lo smascherano.

Berlusconi Preistorico - Carnevale di Viareggio - Poracci In Viaggio

 

 

 

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