
Cinquant’anni fa, Richard Nixon annunciava la sospensione della convertibilità del dollaro in oro e poneva fine all’ordine monetario internazionale sancito nell’immediato dopoguerra a Bretton Woods su cui si era retta l’età aurea dell’economia occidentale (1946-1971).
Cinquant’anni fa, dunque, con la decisione di Nixon, venne meno l’obbligo delle banche centrali di intervenire sui mercati dei cambi a difesa di una parità valutaria prestabilita, permanendo nella loro disponibilità la facoltà di intervenire per circoscrivere l’ampiezza delle oscillazioni dei tassi di cambio quando giudicato opportuno. È dunque da allora aumentata terribilmente l’incertezza del sistema.
Dopo la Grande Crisi del 2008, le tante sfide planetarie e l’attuale crisi pandemica ed economica, dovrebbe essere chiaro che, per evitare pericolose guerre tra le valute, si dovrebbe costruire un nuovo accordo internazionale anche nel campo monetario. Purtroppo questo problema non è stato ancora risolto!
Nel discorso del 1971 lo stesso Nixon parlò della “necessità urgente di creare un nuovo sistema monetario internazionale”(la situazione economica americana non era più sostenibile, anche per i debiti dovuti alle spese della guerra in Vietnam). Forse era consapevole più degli altri della gravità della sua decisione.
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