2014, Malala e il sangue degli innocenti


Questo 2014 (25° anno dalla firma della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia) poteva essere ricordato come l’anno di una svolta epocale e dell’affermarsi di una certezza: i giovani ed i giovanissimi non sono solo il futuro ma anche il presente. Una certezza che ci arriva da est, da una delle zone ove i diritti umani sono ancora lontani dall’affermarsi: il Pakistan. Per intenderci, stiamo parlando di Malala Yousafzai, studentessa e attivista pakistana che, alla giovanissima età di 17 anni ha vinto il premio Nobel per la Pace, in seguito al suo impegno (iniziato a 12 anni) per l’affermazione dei diritti civili e del diritto all’istruzione delle donne, bandito dai talebani. Certo che è un «paradosso»: i bambini devono vivere felici, spensierati, i problemi devono restare al di fuori dell’infanzia. Invece, Malala si è ritrovata a vivere la fase di passaggio tra infanzia e adolescenza in una maniera del tutto inaspettata, a confrontarsi con un avversario pericolosissimo ( il fondamentalismo islamico ) rischiando anche di perdere la vita in seguito ad un attentato ordito nei suoi confronti. «Roba da pazzi!»,verrebbe da dire. Ma la vita può essere crudele oppure solidale con te; puoi nascere e crescere in un luogo come l’Italia – dove la sottomissione della donna è roba vecchia di oltre mezzo secolo – oppure, di ritrovarti a costruire la tua vita«riconoscendo» la superiorità giuridica (e non solo) dell’uomo (ricordate Ghoncheh Ghavami ?). E quindi, o accetti passivamente il tuo destino, oppure provi a cambiarlo, consapevole che ti giocherai tutto, vita compresa.

Che Malala sia da esempio a tutti noi.

Anche perchè, i giovani non vengono tenuti estranei ai problemi dei «grandi»: bambini arruolati nell’ ISIS che compiono crimini contro l’umanità nel nome del fanatismo islamico, fanciulli uccisi dai terroristi mentre si trovano a scuola… Ecco, questa è la parte triste di questo 2014, l’esempio drammatico di una cruda verità: giovani e giovanissimi possono diventare destinatari – come vittime e/o burattini – di disegni figli della follia umana. E’ il “sangue degli innocenti”.

Dunque, non restare inermi è un dovere, una necessità.

FONTE: http://elnuevodia.altervista.org/2014-malala-sangue-degli-innocenti/

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