Mi chiamo Brunetta, risolvo i problemi (Marco Travaglio).


Era partita benino, ieri, la Borsa di Milano. Niente di trascendentale, ma neanche malaccio. I mercati, un po’ per celia un po’ per non morir, si erano bevuti persino la promessa del Cainano sul “pareggio di bilancio entro il 2013”. Poi, d’improvviso, s’è sparsa la voce che aveva parlato Brunetta. E non c’è stato più nulla da fare: perdite a rotta di collo. Intendiamoci, nessuno è andato a leggere ciò che aveva effettivamente detto Brunetta, intervistato dal prestigioso Sallusti sull’autorevole Giornale. È bastato sapere che aveva detto qualcosa. Il fatto stesso che avesse esternato ha riportato alla memoria una circostanza che i mercati, più per disperazione che per convinzione, avevano rimosso: tra i ministri che dovrebbero garantire il pareggio di bilancio, c’è anche Brunetta. Di botto Piazza Affari s’è trasformata in una selva di mani aperte che battevano sulle rispettive fronti: oddio, Brunetta! Di qui il nuovo precipizio. Se poi gli operatori avessero avuto la forza di leggersi il testo dell’intervista, sarebbe andata pure peggio. Avrebbero appreso, infatti, che il ministro “ha una ricetta” e, per soprammercato, “preme sull’acceleratore” (quello manuale, si capisce). Idee nuove? Discontinuità? Macché: “Dobbiamo solo completare l’opera stando esattamente nel solco tracciato dal presidente Berlusconi”. Cioè continueranno a fare esattamente quel che han sempre fatto: debiti.

Negli anni ‘80, mentre il debito pubblico schizzava dal 60 al 120% del pil, Brunetta era uno dei consiglieri più ascoltati di Craxi e De Michelis, assieme a Sacconi e Tremonti. Intanto B., con la Fininvest, accumulava 4.500 miliardi di lire di debiti e nel ’94 dovette scegliere fra due alternative: portare i libri in tribunale o entrare in politica. Entrò in politica, così da allora i debiti glieli paghiamo noi. E ora che i nodi vengono al pettine, di chi è la colpa? Della “sinistra”, ormai da tempo estinta nel mondo reale, ma non in quello fiabesco di Renatino il Breve: il commissariamento del governo italiano è una “balla della sinistra” e “la crisi economica ha messo a nudo le ipocrisie della sinistra”. Purtroppo per lui, la terribile “sinistra” negli ultimi 10 anni ha governato meno di 2. E la destra 8. Ma lui non si lascia impressionare dall’aritmetica, lui è oltre: “Le ricette che tutti invocano per non soccombere noi le avevamo già scritte. Alcune sono solo rimaste imbrigliate nei riti della politica e nell’antiberlusconismo militante”. E ora – annuncia il ministro a un Sallusti scettico persino lui – il governo farà “in tre mesi” ciò che non ha fatto in 17 anni: “Il tempo dei rinvii è finito”, dunque sotto con “riforma fiscale e assistenziale”. Costi della politica? “Fatto”: per “allineare i costi italiani a quelli europei” bastano “tre settimane, ma stando larghi”. Così “da settembre a dicembre si può incardinare quasi tutto. Nel 2012 vediamo i risultati, nel 2013 raggiungiamo il pareggio e rivinciamo le elezioni”. Ma stando larghi. Che ci vuole? Di che si preoccupano quei cacadubbi di Trichet, Merkel e Sarkozy? C’è Brunetta, quello che sfiorò più volte il Nobel per l’Economia (l’ha detto lui), quello che negli anni ‘80 scavava il buco nel bilancio dello Stato e ora si candida a riempirlo, ovviamente a spese dei precari, pensionati, lavoratori, disoccupati. I soliti. Fortuna che il Giornale non è compreso nelle mazzette della Bce e dei governi europei. Dunque ci sono buone speranze che nessuno si sia ancora accorto che Brunetta è ministro. Già è un casino convincerli a fidarsi di B. e Tremonti, figurarsi di lui.

Ora però, prima che torni a esternare, è forse il caso di fare qualcosa. Si potrebbe avvertire Francoforte, Berlino e Parigi che si tratta di un simpatico burlone che gioca a fare il ministro. O informarli che, quando parla di “mercati”, intende quelli delle gondole a Venezia. O raccontare che è caduto dal marciapiede. O murarlo vivo in una scatola di fiammiferi. Ma stando larghi.

Da Il fatto Quotidiano del 11/08/2011.

Mi chiamo Brunetta, risolvo i problemi (Marco Travaglio).

9 risposte a “Mi chiamo Brunetta, risolvo i problemi (Marco Travaglio).”

  1. Uno, cento, mille Brunetta per cambiare l’italietta!

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    1. Ma fammi il piacere. Ci sguazza che e’ un piacere nell’Italietta. Guardati il video http://www.youtube.com/watch?v=Go7cMxRnxy8&feature=player_embedded

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  2. Mettiamoci Travaglio a fare l’economo, la cambia lui l’Italia!
    Stai a vedere che la sua abilità nello spulciare la vita altrui, può tornare buona nello spulciare i conti dell’Italietta. Perché non si candida? Preferisce criticare dal di fuori piuttosto che entrare nella “casta” o piu modestamente ritiene che la sua capacità migliore sia quella di coglionare gli altri?

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    1. E’ un giornalista e non e’ un servo del potere come altri.

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  3. Sinceramente pensavo che Travaglio facesse satira politica, ma seria. Invece con questo articolo su Brunetta dimostra di avere un emorme talento per diventare in pochi giorni uno dei più fecondi autori di Crozza. Ma stando larghi

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    1. a me Crozza piace 🙂

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  4. Anche a me e moltissimo, ma Travaglio quando vuol far ridere, al massimo potrebbe scrivergli i testi.

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  5. Direi che anche il “tuo” segretario non stimi molto Brunetta…….

    Bossi ha, comunque, voluto rivendicare più volte alla Lega il merito di “aver salvato le pensioni”. Un tema sul quale il ministro delle Riforme ha riferito che “abbiamo litigato tutto il giorno e per poco non passiamo alle vie di fatto”, riferendosi in particolare ad una telefonata arrivata in Consiglio dei ministri al collega Renato Brunetta da parte di Bankitalia. “A Brunetta – ha spiegato da Ponte di Legno Bossi – ho detto ‘Nano di Venezia, non rompere i coglioni’”.

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  6. Bossi usa fare le sparate ad effetto, spesso discutibili, di cui poi chiede scusa e Travaglio dovrebbe lasciare il mestiere di umorista ad altri più capaci, anche perchè ti viene alla mente la sua faccia inespressiva che rovina il risultato. Con tutto il rispetto per entrambi, preferisco le parodie che del Ministro Brunetta che fa Maurizio Crozza.

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